Paolo Guiotto

Nato a S.Donà di Piave vicino Venezia nel 1934.
A Venezia ha frequentato la Scuola D’Arte dei Carmini e, in un secondo momento, l’Accademia di Belle Arti.

Ha iniziato a esporre a Roma nel 1960, con una serie di immagini concernenti l’energia atomica. Nel 1973 espone alla Biennale Internazionale di Firenze. Dopo aver attraversato una lunga stagione di lavori, mostre ed esposizioni nelle quali il principale mezzo espressivo rimaneva la pittura, dal 1986 si è indirizzato verso la scultura, realizzando quello che già all’epoca veniva considerato “un capolavoro in senso assoluto”: Il corpo assente. Altre due importanti opere del periodo, sempre di grandi dimensioni, sono: La macchina per fermare il tempo (1979 – 1980) e la Deluminazione ad Occidente (1978 – 1980).

Ancora nel 1980 realizza le immagini fotografiche di un libro su Napoli Quelle figlie quelle spose, insieme a Patrizia Ciambelli che ne scrive i testi. Guiotto a realizzato una grande Crociffissione in bronzo per la chiesa di S. Antonio da Padova a Milanofiori Assago (1984) e a seguire lo Speculum Aevi, un scultura monumentale sul senso della storia e del futuro. Con una serie di disegni di progetto approssimazioni e bozzetti, l’opera è stata presentata nel Maggio 1988 alla Galleria Giulia insieme ad altre sculture del ciclo Il sole, la terra, la luna.

Nel 1989 con De Luca Edizioni d’Arte pubblica Iridario, una raccolta di tavole scelte dai suoi numerosi quaderni di ricerca. Lo stesso libro viene presentato durante una sua esposizione alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia.
Opere di Paolo Guiotto figurano presso il museo d’Arte Moderna di New York e la Galleria Degli Uffizzi di Firenze; Paolo Guiotto ha inoltre lavorato come scenografo con Luchino Visconti, curando i costumi, le scene e i gioielli dell’opera Salomé di Richard Strauss, rappresentata al Festival dEI due Mondi di Spoleto, nel 1961.

Sull’opera Il corpo assente è stato realizzato un documentario per la regia di Gianfranco Mingozzi e testi di Enrico Crispolti. Guiotto ha realizzato un video disco a cura del Ministère de L’Education Nationale e Ministère de l’Industrie et de la Recherche con la supervisione del direttore Jean Claude Passeron e di Juliette Raabe, sul tema I miei quaderni di ricerca.

Nel 1991 realizza una mostra antologica a Palazzo Braschi (Museo di Roma), dove espone gran parte delle sue opere, mostrando al pubblico tutta la richezza del suo percorso artistico. Nel 2000 pubblica per Temi Editrice Flegree, un libro di immagini e testi insieme al suo amico poeta Ivos Margoni.

2005 Mostra a Palazzo Venezia, Mostra alla Reggia di Caserta, 2010 Galleria Ulisse di Roma, 2010 Biennale ad Alessandria D’Egitto, 2011 Biennale di Roma di Scultura

Iridari
Per estremo rispetto della parola, Paolo Guiotto crea i suoi Diari emozionali intingendo la sua penna nell’Iride dei colori, piuttosto che nel calamaio della Storia. Non annota quindi “i fatti”, sebbene questi abbiano un’eco fortissima sulle sue pagine ― bensì annota le emozioni, le riflessioni ma soprattutto i presagi che costituiscono il precipitato chimico-fisico delle cronache giornaliere del Tempo.

Così la storia personale dell’artista si salda alla Storia dell’umanità attraverso i colori delle emozioni.

Il rosso, che è il primo colore che compare nei linguaggi umani, è anche il sangue, la vita, a volte la violenza infinita di cui l’essere umano è, disgraziatamente, capace ― il rosso si spande su sfondi neri complicati, stratificati, delle tante ore di veglia passate a registrare ogni singola riflessione.

Ma compaiono anche i gialli e gli azzurri di una vita che nasce e rinasce, riprende i cicli della natura, la parte buona che è anche in noi, e che in essa si rispecchia con tutta la sua sensualità, libera da pregiudizi e da incomprensioni.

Riflessioni ed emozioni che entrano nelle pagine degli Iridiari attraverso trame molto complesse, rotte e tracce che solcano i cieli della pagina, puntellati di frammenti di frasi spesso di un linguaggio automatico, meccanico, quasi un elettrocardiogramma dove è la stessa mano dell’artista, al posto del pennino oscillante dello strumento medico, che traccia sulla carta millimetrata i ritmi della vita e le aritmie della Storia.

L’Iride quindi si liquefa e si raggruma sulle pagine grafiche degli Iri-Diari, trasformandoli in una annotazione parallela della storia umana, quella emozionale, quella che si domanda il grande “Perché?”, e che risponde positivamente. Perché la vita è quel preciso colore e quella precisa forma, che ci fanno riflettere giorno dopo giorno sull’essenza della nostra esperienza umana, ce la dischiudono come il fiore che, nel periodo della sua apertura, offre il profumo dei millenni racchiusi nel suo bocciolo rigonfio e nello stelo turgido e prorompente di energia.

Non troverete censure negli Iridiari, perché tutto ciò che accade, al di dentro e al di fuori di un Uomo, può essere compreso ed osservato senza veli. L’Arte ha sempre detto la Verità. Laddove la Parola, invece, spesso tende a ricoprirla di infiniti significati contraddittorii.

ELLE | Empire Palace Hotel
Ulisse Gallery | Roma
Diari | Parigi
Mostra a Palazzo Venezia
Per un corpo assente
Mostra a Palazzo Braschi | IMPRONTE